Efficienza Made in Italy. Vivissimi complimenti.
Ormai dire che siamo diventati lo zimbello di tutti è un eufemismo.
Solo un terremoto può salvarci.
Efficienza Made in Italy. Vivissimi complimenti.
Ormai dire che siamo diventati lo zimbello di tutti è un eufemismo.
Solo un terremoto può salvarci.
Il prof. Alberto Marani da i numeri (11,3 % e 88,7%) e lo sospendono dalle proprie funzioni. Gli sospendono anche lo stipendio per due mesi.
Sembra anche che il Marani, discolo com’è, durante il bombardamento di Gaza abbia affisso nella bacheca della scuola delle immagini di Handala, un bambino palestinese scalzo e sofferente. E la cosa grave, gravissima anzi, è che per stampare queste immagini si sia servito della stampante e quindi dell’inchiostro della scuola. Roba da matti. Certo che se Jacqui Smith è costretta a dimettersi per due film porno, Marani è quel discolo che abbiamo appena detto, a Berlusconi per l’utilizzo dei voli di stato gli dovrebbero perlomeno proibire di prendere il Viagra per tutta la vita. Così, per una questione di giustezza e proporzioni. Fino a prova contraria la legge è uguale per tutti no?
…a proposito di uomini politici, ecco cosa tocca a noi. Ce lo meritiamo in fin dei conti. Vedrete, nonostante questo, nonostante Noemi, nonostante i voli di stato e nonostante tant’altro, prenderà lo stesso una marea di voti.
Solo l’ultima delle penne servili. Ecco come Ferrara spiega ai Tedeschi il volto del suo padrone.
“Non mi volevo sentire responsabile di un’omissione di soccorso per una persona in pericolo di vita”
“E’ possibile vivere per due o tre giorni senza bere, quindi Eluana potrebbe sopravvivere, basta vedere cosa accaduto nel passato a Pannella”
Eluana è “una persona viva, che respira in modo autonomo, le cui cellule cerebrali sono vive e mandano anche segnali elettrici. Una persona che potrebbe anche avere un figlio”
Cara informazione libera,
sono un cittadino abruzzese. Il 14 e 15 dicembre qui si vota.
Queste elezioni ci infastidiscono, qui la gente sta finendo per strada molto più velocemente di quanto stia accadendo nel resto d’Italia. Qui la gente è incazzata. Ma più si incazza la gente e più i fantocci della politica vengono a denigrarla. Qui il Pdl sta tentando di vincere le elezioni con la storia dell’altalenanza politica che ha imprigionato il popolo caprone di questo Paese per decenni. Il concetto che siccome al governo c’era il centrosinistra ora a rubare tocca al centrodestra. Follie che con un’informazione compiacente ed un clientelismo galoppante rischia di diventare realtà. Insieme ad alcuni amici ho fischiato Silvio Berlusconi quando è venuto a fare jogging in mezzo a negozi che stanno chiudendo a decine, prendendo i negozianti per i fondelli. Lui può fare shopping, lui si, mentre da noi, molte persone non più. A dire il vero non abbiamo neanche l’aereo di Stato con cui lui se ne è venuto a fare campagna elettorale per il suo candidato. Tornando a noi, come saprai, libera informazione, il candidato Pdl ha compiuto uno scivolone clamoroso tentando di lanciare con uno spot “la bancarella di Gianni Chiodi”, iniziativa con cui avrebbe dovuto raccogliere i curricula dei giovani abruzzesi con la promessa di valutarli (lui?) dopo il voto. Per questo noi eravamo lì, per urlare il nostro dissenso. Dissentire è democratico in un Paese dove ci possono essere persone d’accordo o in disaccordo con te. Quel che è accaduto sa dell’incredibile e lascio a questo video la testimonianza. Alcune persone intorno al candidato e a Berlusconi (poche decine di persone rivelatasi claque), ha cominciato ad insultarci, la Digos si è fatta sotto minacciosa e confesso di aver avuto qualche timore. Ma non per me, per questo Abruzzo. Qui cara informazione libera avremo due opportunità, o saremo la prima regione a scivolare in una dittatura del fallimento, o i primi a rinascere dalle ceneri di un Paese alla deriva.
Io voglio fare un appello ai cittadini abruzzesi e a quelli che, in Abruzzo, non ci credono più:
NON MOLLATE, NON LASCIAMO L’ABRUZZO AL PDL
Io la mia faccia l’ho messa, ma non è importante, l’importante è fermare un uomo che ci sta trascinando tra i Paese più sottosviluppati d’Europa.
Aiuto libera informazione, aiuto.
E’ partito lo spot Sky contro l’ aumento dell’ iva proposto dal governo Berlusconi.
“Hanno superato il limite – si sfoga Berlusconi con i collaboratori – altro che mediazione. Fate sapere ai manager di attenuare i toni nelle prossime 48 ore, che si diano una calmata. Se le scordano, altrimenti, le modifiche”.
Ecco, questo è un chiaro esempio di come Berlusconi intenda la politica; tutto diventa immediatamente una faccenda privata, uno sgarbo personale, una mossa a tradimento.
“Questo non me lo dovevi fare, ora te la faccio pagare”- così gridavamo, da piccoli, nel cortile sotto casa, al nostro amico quando ritenevamo di aver ricevuto uno sgarbo, un’offesa. Poi la minaccia “torna sui tuoi passi, chiedi scusa, riconsegna le caramelle indietro e forse…altrimenti…”.
Il meccanismo è lo stesso, non cambia niente, una faccenda privata da regolare nel cortile delle Istituzioni, nella periferia dello Stato. Niente di più, niente di meno.
In questo paese capita anche che il capo del Governo, nonché proprietario di Mediaset, crei grossi problemi al suo diretto concorrente, Sky, senza per questo suscitare lo sdegno di un’intera nazione davanti a tale conflitto di interessi.
Una morbida rassegnazione ammanta un ‘intero paese; su dieci persone, a mio avviso:
– due ne sono a conoscenza e ne sono enormemente irritati
– due ne sono a conoscenza ma senza irritarsi particolarmente, facendo cioè scivolare il tutto fra le cose possibili
– due ne sono a conoscenza ma non se ne meravigliano, nel senso che il conflitto di interesse non è una pregiudiziale al buon governo, non è importante insomma
– uno addirittura percepisce il conflitto di interesse come una manifestazione di forza, di potenza, della stessa persone che ci governa e, anzi, proprio per questo, ha più probabilità di governare bene, di incidere positivamente nei nostri destini
– tre ne sono assolutamente all’oscuro, non sentono la notizia oppure se la sentono non la capiscono. Non sanno cosa sia il conflitto di interesse.
In America invece, capita che un giovane Presidente di colore offra un ruolo importante a quella che è stata un’agguerrita concorrente per quel ruolo, a patto che, suo marito, a sua volta ex Presidente e ora a capo di una fondazione, riveli l’elenco dei suoi finanziatori.
Una lezione di trasparenza e di stile per tutto il mondo, tranne che per l’Italia o perlomeno per gli 8/10 dei suoi cittadini.