Per la logica del contraddittorio, dopo la Gelmini dovrebbe parlare un Professore, dopo Marchionne un operaio, dopo Borghezio un extracomunitario, dopo Bagnasco Dio.
Per la logica del contraddittorio, dopo la Gelmini dovrebbe parlare un Professore, dopo Marchionne un operaio, dopo Borghezio un extracomunitario, dopo Bagnasco Dio.
Una porcheria al giorno e nessuno sembra accorgersene. Sento mia zia commentare la svolta noir di quelli di Un posto al sole, il signore in piazza sostenere che non ci sono più le stagioni di una volta, altri imprecare con una mazzetta di bollette in mano, madri che fanno la corsa per portare i bimbi a scuola e con il fiatone giungere puntuali sul posto di lavoro. E tutto scorre, tutto continua, l’eccezione diventa normalità, lo scandalo prassi.
Noi, presi come siamo dagli affanni quotidiani, sembriamo non accorgercene, non dare importanza.
L’attesa per iSlate, il tablet della Apple, è seconda solo a quella per il nuovo progetto di Sofri.
Poche ore per sapere meglio del Tablet, per Sofri invece, non so cosa dirvi.
Ma secondo voi, sommando gli elettori del PD che, sfiduciati, si sono messi momentaneamente in stand-by, quelli che, arrabbiati, decidono di votare quei piccoli partiti che meglio rappresentano la propria idea di sinistra più intransigente, e quelli che, assolutamente disillusi, da tempo protestano infoltendo così il gruppo del “non voto più, tanto sono tutti uguali”, si ottiene un numero maggiore o inferiore al 6.5% circa dell’UDC ?
Forse il PD, nella disperata ricerca di nuove alleanze, dovrebbe iniziare a prendere in considerazione quella con i propri elettori.
.. leggetevi questo delizioso articolo di Adriano Sofri
Non è il titolo di un film, e ne tanto meno quello di un libro. E’ lo stato di agonia dell’informazione in Italia.
Date un’occhiata.
E’ passato un mesetto da quando, causa lancio di Souvenir, tutta la politica italiana si riprometteva di rasserenare il clima politico, si auspicava una certa distensione e ci si riprometteva un comportamento improntato a correttezza e cortesia, seppure all’interno di una dialettica politica che poteva anche avere accenti vivaci. Insomma, l’Italia, colpita sui denti, gonfiava il petto e si atteggiava a grande, democratica e civile nazione.
E seppure il finale già lo conoscevo allora, e solo la promessa di essere più buono e meno pessimista nell’anno nuovo mi frenava dallo scrivere questo post già in quei giorni, e visto come è andata a finire (solo qualche giorno fa il Pres. del Consiglio definiva le toghe “un plotone di esecuzione”), posso oggi, definitivamente, affermare che siamo di una pochezza imbarazzante?
Era evidente già allora che si stava facendo il passo più lungo della gamba; noi non siamo mica la Germania, la Francia, l’Inghilterra. O forse si pensava che bastasse dichiararlo, il più solennemente possibile ovviamente – noi siamo abituati così, quando le cose le facciamo, le facciamo bene – per aspettarsi comportamenti consequenziali?
Come se di colpo fosse possibile solo perché lo si dichiarava, come se non fosse invece un fatto di abitudine, di cultura, di tradizione, un qualcosa insomma che dovesse essere la risultanza di decenni di pratica democratica, di fair play, di rispetto reciproco nonostante le posizioni diverse, di tolleranza.
Lo si dice, lo si dichiara solennemente e allora lo si puo’ realizzare.
Anzi, quanto piu’ solennemente si dichiara l’intento tanto più ne è plausibile la riuscita.
C’è di mezzo il mare invece. Ci sono 30 anni di sottocultura, di educazione televisiva alla violenza, di privatizzazione delle scuole, di commistione con il malaffare, di conflitti d’interesse, di violenza alla costituzione.
Siamo ridicoli. Vedere l’Italia che, colpita sui denti, in un impetuoso scatto d’orgoglio, gonfia il petto ed indossa panni non suoi, storicamente non suoi, che non gli appartengono insomma, è semplicemente ridicolo. E’ come se inconsciamente conoscesse la strada da percorrere, la vede, l’ha studiata sui libri, vede come si fa nelle altre nazioni ma poi…poi non ce la fa, non ne è all’altezza, ci sono mille ostacoli, mille interessi personali, processi da non fare, posizioni da salvaguardare.
La civiltà non si costruisce da un giorno all’altro, e neanche si compera al supermercato sotto casa. Bisogna prima seminarla, e forse, dopo trent’anni, qualcosa si raccoglierà.
1- ATLAS SOUND – Logos
http://www.youtube.com/watch?v=Zg1I0FOtE4c&feature=related
2- FLAMING LIPS – Embryonic
http://www.youtube.com/watch?v=k9ew_K9JKlc
3- THE DUCKWORTH LEWIS METHOD – The Duckworth Lewis Method
http://www.youtube.com/watch?v=Oco7PLnIxiI
4- SOAP & SKIN – Lovetune For Vacuum
http://www.youtube.com/watch?v=IbzbH8ebNXo
5- COLD CAVE – Love Comes Close
http://www.youtube.com/watch?v=-f0kUvxfjjo
6- TELEFON TEL AVIV – Immolate Yourself
http://www.youtube.com/watch?v=vm1xvstqENQ
7- WILCO – Wilco (The Album)
http://www.youtube.com/watch?v=sifqGTzLGck
8- GALA DROP – Gala Drop
http://www.youtube.com/watch?v=n46nXutze5g
9- MULATU ASTATKE & THE HELIOCENTRICS – Insipiration Information
http://www.youtube.com/watch?v=Cp2IURXzSqA
10- PIANO MAGIC – Ovations
http://www.youtube.com/watch?v=UOHj1WqDYXI
11- MEW – No More Stories / Are Told Today
http://www.youtube.com/watch?v=VE3TdY6dhYU&feature=related
12- WILD BEASTS – Two Dancers
http://www.youtube.com/watch?v=Vp90WGGR_eA
13- ANTONY AND THE JOHNSONS – The Crying Light
http://www.youtube.com/watch?v=ZbwAYWZQ0bs&feature=related
14- EELS – Hombre lobo
http://www.youtube.com/watch?v=qoqZOR9DTi4
15- THE PAINS OF BEING PURE AT HEART – The Pains Of Being Pure At Heart
http://www.youtube.com/watch?v=B4itzHRpltQ
16- PATRICK WOLF – The Bachelor
http://www.youtube.com/watch?v=uBEtfWMWgC4
17- HORRORS – Primary Colours
http://www.youtube.com/watch?v=v7WAHnZPIX0
18- MEMORY TAPES – Seek Magic
http://www.youtube.com/watch?v=yXukkABq9RI&feature=related
19- MOUNTAINS – Choral
http://www.youtube.com/watch?v=H9VtH3sDCrE
20- TO KILL A PETTY BOURGEOISIE – Marlone
E’ stato oggi, mentre facevo la fila alle Poste per pagare l’abbonamento Rai, che mi interrogavo sul ruolo del servizio pubblico, su quanto trovi inadeguata e scadente la programmazione televisiva e radiofonica della Rai, e su quanti torti ho potuto ricevere negli anni, come cliente, da questa azienda. Ripassavo in rassegna i pochi programmi che apprezzavo e che improvvisamente venivano chiusi o fatti slittare a orari inaccessibili. E anche la Radio, a pensarci bene anche quella, come la TV, ha più volte subito lo stesso trattamento da parte della Dirigenza. Ho ricordato RaiStereoNotte, spazio musicale ideato da un innovativo Pierluigi Tabasso, all’interno del quale ottimi conduttori erano liberi di mandare la loro musica senza vincoli di nessun genere. Era l’appuntamento fisso di ogni notte. Si partiva alle 12:30, facevo le superiori e ricordo che conciliare gli orari notturni con la sveglia del mattino che impietosa trillava era impresa assai ardua. Eppure ero sempre lì, alla stessa ora, con la mano pronta sul Play-Rec per catturare quelle che già dalle prime note mi sembravano dei grandi pezzi. In realtà erano le perle dei vari conduttori. Come dimenticare i vari Francesco Adinolfi, Massimo Cotto, Ernesto Assante, Paolo De Bernardin, Teresa De Santis, Stefano Mannucci, Giampiero Vigorito, Federico Guglielmi. Mentre facevo la fila mi chiedevo quanto, le scelte musicali di questi conduttori, abbiano potuto contribuire alla formazione della mia personalità. Ecco, i testi di Morrissey degli Smiths letti con leggerezza dal sempre ispirato Mannucci, cosa hanno esattamente significato per me? e le note eleganti degli Steely Dan di Donald Fagen trasmessi da Vigorito? Io credo molto, mi hanno arricchito e formato molto. Ovviamente la radio da sola non basta mi dicevo, ci sono anche i libri, la televisione (ve la ricordate la Rai3 di Angelo Guglielmi?) il contesto familiare e tutto il resto. Insomma, concluedevo, con queste cose non si scherza, possono essere davvero importanti. Ma sembra che la Dirigenza Rai si diverta a cancellare le poche cose buone a favore di un prodotto scadentissimo. Perché RaiStereoNotte non c’e’ più ed è stata invece limitata nelle sole giornate del fine settimana? Era una trasmissione di successo, ci furono le proteste feroci degli ascoltatori ma i vertici aziendali rimasero sordi.
L’ultimo caso è quello di Condor. Condor, ne avevo già parlato in un’altra occasione, era una pregevole trasmissione radiofonica condotta da Luca Sofri e Matteo Bordone (in redazione Ilaria Mazzarotta) dalle 16:00 alle 17:00 di tutti i giorni dal Lunedì al Venerdì. Per me, e a quanto pare per migliaia di altri ascoltatori, non era semplicemente un modo per ingannare il tempo o il viaggio in auto che mi riportava a casa. Era una trasmissione intelligente, un posto dove si parlava di cose che difficilmente trovavi altrove; chi si sintonizzava su Condor non era per rilassarsi e pensare a niente, al contrario, si veniva continuamente sollecitati a pensare, a paragonare, a memorizzare. Mille citazioni da annotare velocemente sul mio IPhone e poi approfondire con calma la sera davanti a Internet. Anche per quanto riguarda l’aspetto più squisitamente musicale, personaggi come Andrew Bird piuttosto che gruppi come Death Cab For Cutie o, meglio ancora, Dexy’s Midnight Runners, a quell’ora poi, non li trovi tanto facilmente altrove. E all’interno di questo sapiente flusso di informazioni, che poteva spaziare da una mostra di Edward Hopper a un disegno di Gipi, anche il venire a conoscenza di una frivola passione comune, come quella dei mattoncini LEGO, che di colpo lega me, mio figlio (6 anni), Sofri e sua Figlia (6 anni), può essere importante.
Ecco, Condor era qualcosa di simile, era un posto dove si aveva la sensazione di parlare lo stesso linguaggio, un posto che Flavio Mucciante, nuovo e lungimirante Direttore di Radio2, ha pensato di cancellare, di spazzare via, impiantando al suo posto una sorta di scatola vuota. Si chiama Traffic la scatola vuota che sostituisce Condor. Una scatola dove riporre mille luoghi comuni, un flusso ininterrotto di becera modernità linguistica dove le varie risatine, urletti, battutine e i vari figo, figata, status-update, cazzata, Facebook, ottantenne-che-pesta-una-merda la fanno da padrona. Traffic, e non solo perché è messo lì al posto di Condor, è l’ennesimo sopruso che mentre guardo il bollettino dell’abbonamento RAI da pagare, sento spiaccicarsi dentro di me, è un’offesa all’intelligenza delle persone. E non bastano le imbarazzate dichiarazioni del Direttore Mucciante a Repubblica che, per giustificare la chiusura di Condor, parla di “ascolti sotto la media della rete” – a questo, peraltro con un certo stile, risponde direttamente uno dei diretti interessati – la verità la conosciamo in molti, molti di noi immaginano benissimo perché anche Condor sia stato chiuso. Ed è stato con questi pensieri che, anche quest’anno, ho pagato il mio canone Rai, con l’amaro in bocca, con sotto gli occhi tutto il degrado culturale a cui ci stanno facendo abituare, ma anche con l’ostinata convinzione che qualcosa si potrà pur fare. Ad Andrea, mio figlio, ad esempio, stasera proporrò La città incantata di Miyazaki. Ce lo vedremo insieme e io un po’ penserò anche a Mucciante, a Traffic, a Hopper, a Internet e alle mie personali autodifese.